2008/11/07

1968/11/07: Il resoconto del volo di Schirra, Eisele e Cunningham sulle pagine di "Epoca"

Nell'edizione uscita il 7 novembre 1968 in edicola, il settimanale "Epoca" analizza la missione di Apollo 7. Scansioni tratte dalla collezione personale di Gianluca Atti.



APOLLO Tutto bene, però…

Il successo della missione Apollo 7 è stato pieno e incontestabile; 163 rivoluzioni intorno alla Terra, 6 milioni e 950 mila chilometri percorsi, raggiunto il cento per cento degli obiettivi dichiarati (in precise pagine a stampa distribuite otto giorni prima del volo), battuti tutti i record di durata nello spazio. Ma il pubblico, che ha seguito istante per istante l’impresa di Schirra, Eisele e Cunningham attraverso uno straordinario e apertissimo sistema d’informazioni, si è reso subito conto che i tre erano lassù non tanto per conquistare primati, quanto per dare una risposta decisiva alla realizzabilità della “via americana” per la conquista della Luna. Adesso, dopo il trionfo, e dopo tutte le ansie che il volo ha procurato, è possibile stendere le linee principali di un bilancio.

  • La Luna è più vicina. Così è stato scritto, ed è esattissimo. La missione dell’Apollo 7 ha avuto la stessa durata – quasi undici giorni – di un volo lunare, e questo dimostra che la capsula è idonea a ospitare per tutto quel tempo i tre astronauti che esploreranno il nostro satellite naturale. Idonea per capienza (ci si può alzare in piedi, a turno; non si è “in scatola” come nei precedenti veicoli americani), per attrezzature, per manovrabilità.
  • Una “guida” facile. L’esperimento più valido compiuto dall’Apollo 7 è stato il rendez-vous, l’appuntamento con il secondo stadio del Saturno rimasto in orbita dopo il lancio. La capsula Apollo, dotata di un motore principale per accelerare (o rallentare) e di piccoli motori direzionali, è stata pilotata, anche manualmente, in modo perfetto: è uscita dalla sua orbita, si è collocata su quella del bersaglio, lo ha raggiunto e, volendo, lo avrebbe anche potuto “toccare” fisicamente. L’esercitazione era basilare per il viaggio sulla Luna, nel corso del quale la capsula Apollo si ricongiungerà con il veicolo da sbarco lunare, al bordo del quale ci saranno due piloti.
  • La vita a bordo. È stata comoda, tutto sommato, anche se qualche irregolarità si è manifestata nei primi giorni. Si è avuto un guasto al climatizzatore (subito riparato da Schirra), che avrebbe potuto essere estremamente pericoloso, e un eccesso di condensazione di vapore in qualche zona della capsula. Questi inconvenienti forniscono preziosa materia di esperienza per i voli futuri, il più vicino dei quali sarebbe una circumnavigazione della Luna da compiere con l’Apollo 8 addirittura a Natale. Benissimo tutto il resto.
  • L’equipaggio. Il comportamento di Schirra e dei suoi compagni è stato “formidabile”, come riconoscono anche quei tecnici che hanno dovuto accorgersi della decisa e risoluta personalità di Schirra. Il “raffreddore spaziale”, guarito in volo, dà però ancora da pensare ai medici della NASA. Si è fatta perfino l’ipotesi che le condizioni spaziali abbiano esaltato la vitalità dei virus, e che le sostanze radioattive fatte assorbire agli astronauti per altri controlli medici abbiano potuto attutire le resistenze dell’organismo. Come si vede, i “però” non mancano, anche in un clamoroso successo.