2008/10/12

1968/10/12: Secondo giorno di volo in orbita; le foto a bordo

Dopo un giusto e meritato riposo seguito all'emozione del lancio del giorno prima, per gli astronauti di Apollo 7 Walter Schirra, Donn Eisele e Walter Cunningham ha inizio il giorno forse più importante dell'intera missione. Consumata la loro prima "colazione spaziale", molto diversa da quella delle missioni Mercury e Gemini, composta da pancetta, pane tostato e cereali con il latte, i tre si mettono al lavoro per portare a compimento quelle stesse operazioni che un giorno non lontano un equipaggio umano effettuerà intorno alla Luna.

Ma se la prima capsula Apollo a volare nello spazio sembra rispondere al meglio, così non è altrettanto per il comandante della missione Walter Schirra e di seguito per gli altri due componenti dell'equipaggio.

"Dopo otto ore di sonno agitato, Schirra ebbe un cattivo risveglio. Durante la notte il virus del raffreddore contratto a terra, lo aveva irrimediabilmente acciuffato e il naso dell'astronauta colava penosamente. Se il raffreddore è un malanno noioso e detestabile nelle normali condizioni sulla Terra, figuriamoci che cosa non deve essere nello spazio!

Eisele aveva dormito in concomitanza con Schirra, mentre Cunningham, [così era stato stabilito in queste prime missioni Apollo] era rimasto di guardia.

Proprio in questo periodo ci furono alcuni piccoli inconvenienti, come un guasto agli strumenti ottici, al misuratore della velocità e per finire al sistema di espulsione dei liquidi organici di rifiuto.

Il malumore di Schirra era al culmine quando dal Centro di Controllo di Houston gli fu ricordato che alle 11, ora di New York, avrebbe dovuto mettere in funzione la nuovissima telecamera di bordo per compiere la prima trasmissione televisiva in diretta dallo spazio.

La collera del comandante di Apollo 7 esplose: "Ci avete fatto accendere due volte i razzi per manovre fuori programma; avete messo a bordo uno scarico per le urine che non funziona; abbiamo una capsula nuova da collaudare e che ci dà un sacco di problemi; vi dico che questa trasmissione TV sarà rinviata a dopo che avremo effettuato il rendez-vous con il Saturn IV-B".

Dal Centro di Controllo si insiste: "Il direttore vi chiede solo di procedere come d'accordo, dovete solo accendere un interruttore".

Lapidaria la risposta di Schirra: "Non abbiamo la macchina pronta, non abbiamo ancora mangiato, ho il raffreddore e mi rifiuto di buttare all'aria in questo modo il nostro programma di lavoro!".

È forse questa nella storia la prima "litigata" fra lo spazio e la Terra.

Comunque, nonostante il raffreddore di Schirra che, nel giro di poche ore colpisce anche Cunningham e Eisele, e nonostante la lite fra il comandante di Apollo 7 e il Centro di Controllo di Houston, proprio quel sabato 12 ottobre, si compie la prova più attesa e più difficile della missione.

La prima capsula triposto americana che volava su un'orbita con il perigeo di 228 chilometri e l'apogeo di 284, si era allontanata ad oltre 130 Km dall'involucro vuoto dell'ultimo stadio del Saturn I-B.

Il razzo del Modulo di Servizio viene acceso più volte e con una manovra perfettissima l'Apollo raggiunge e accosta il Saturn IV-B.

È la prova provata che se un giorno il Lunar Module rimanesse senza carburante l'Apollo sarebbe in grado di raggiungerlo, di agganciarlo e quindi di portare in salvo gli esploratori lunari.

(da La conquista della Luna di Giancarlo Masini 1969)